giovedì 24 marzo 2016

Ultima cena Leonardo
Ultima cena Renzo Pezzani

Le donne preparano sul desco 

un po' di vino e un po' di pane fresco.

E Gesù mesce il vino e il pane tocca,

ma prima d'accostarseli alla bocca

dice per tutti le parole arcane: 

«Ecco; chi mangerà di questo pane

di frumento, di me sarà saziato,

e chi berrà del vino che ho toccato

del mio sangue berrà, né più avrà sete.

Poi la bevanda e il cibo spartirete

e verso il mondo col mio cuore; andrete»


Pasqua  A. Negri

E con un ramo di mandorlo in fiore,

a le finestre batto e dico: «Aprite!

Cristo è risorto e germinan le vite

nuove e ritorna con l'april l'amore.

Amatevi tra voi pei dolci e belli

sogni ch'oggi fioriscon sulla terra,

uomini della penna e della guerra,

uomini della vanga e dei martelli.

Aprite i cuori. In essi irrompa intera

di questo dì l'eterna giovinezza ».

lo passo e canto che la vita è bellezza.

Passa e canta con me la primavera.

inkscape Anna-Marina


Suono di campane
Scroscio di ruscelli,
scendete a valle
e portate con voi
storie segrete 
di amori appena fioriti.
Fragile neve,
ora,
al tiepido sole,
liberi 
il pallido verde.
Frullio
di ali leggere
giocate al vento
fra teneri rami 
del bosco.
Dolce,
giungi suono di campane:
din dici “pace”,
don doni amore,
dan dai l’annuncio:
“E’ giunta primavera!”     

Anna-Marina

Un po' in anticipo, ma domani parto per la Sardegna e in campagna... solo pecore e niente internet!



lunedì 21 marzo 2016

Buona Primavera a tutti!

il mio pruno

La primavera Ugo Betti (1892-1953)

Quando il cielo ritorna sereno


come l’occhio d’una bambina,
la primavera si sveglia. E cammina
per le mormoranti foreste,
sfiorando appena
con la sua veste
color del sole
i bei tappeti di borraccina.
Ogni filo d’erba reca un diadema,
ogni stilla trema.
Qualche gemma sboccia
un po’ timorosa
e porge la boccuccia color di rosa
per bere una goccia
di rugiada…
Nei casolari solitari
i vecchi si fanno sulla soglia
e guardano la terra

che germoglia.
La capinera prova una canzonetta
ricamata di trilli
e poi cinguetta
come una scolaretta.
I grilli
bisbigliano maliziose parole
alle margheritine
vestite
di bianco. Spuntano le viole…
A notte le raganelle
cantano la serenata per le piccole stelle.
I balconi si schiudono
perché la notte è mite,
e qualcuno si oblia
ad ascoltare quello che voi dite
alle piccole stelle,
o raganelle
malate di melanconia!
la mia fucsia 

mercoledì 16 marzo 2016

Un nuovo fiore


Sta nascendo un dolce fiore:
è ben grande quel giardino,
ci sta un nuovo bocciolino
ch'è curato con amore.
Lì c'è Petra, tenerella,
del giardino è la stella,
del bocciol la sorellina
così dolce, così piccina.
E gli parla la sua mamma
e gli canta "ninna nanna",
papà sogna il  piccolino
e gli sente il cuoricino.
L'aspettiamo trepidanti,
già l'amiamo tutti quanti
e la mano sul pancione
di toccarlo ha l'illusione.
E' il mistero della vita,
é la storia infinita,
è il tepore d'ogni cuore
che riscalda il grande amore.

nonna






sabato 12 marzo 2016

Palazzo Grimani




Per la seconda volta, nel giro di pochi mesi, sono stata a Palazzo Grimani. L'8 marzo le donne sono entrate gratis con guida a disposizione per la descrizione delle stanze. Il tema era "la donna fra il sacro e il profano". Scrivo un unico post allegando alcune foto anche della precedente mostra.
Lo scalone monumentale ricorda un po' la scala d'oro del Palazzo Ducale; fu decorato da Federico Zuccari con affreschi, cammei, grottesche e figure mitologiche e porta ad una immensa sala che s'affaccia sul canale di San Severo, il Portego, dove lo scorso autunno faceva bella mostra di sè la vespa qui di seguito:





Portego con opera della Biennale





e un mobile alquanto originale:











Questa foto di Palazzo Grimani è offerta da TripAdvisor.
Il soffitto ha travi e il pavimento è a terrazzo veneziano.
Al tempo di Giovanni Grimani, il portego, così come il resto delle sale e il cortile, conservava una ricca raccolta di sculture antiche, in seguito donate alla Biblioteca Marciana e al Museo Archeologico.
Altra collezione di G. Grimani era costituita da antichi dipinti della scuola veneta, di Leonardo, Raffaello e artisti fiamminghi. Non mancavano gli arazzi collocati in conici, ora rimaste vuote.

Si prosegue con la sala Camaron d'oro i cui arazzi un tempo erano impreziositi da fili d'oro. Importanti, a ridosso dei finestroni, il gruppo in gesso di Lacoonte





dalla parte opposto due busti di Antinoo, tanto amato dall'imperatore Adriano

Antinoo
e infine il busto di Atena posizionato nella stanza come in origine.

Bellissima la Sala a Fogliami. Il soffitto, costruito su canne intrecciate, è impreziosito da un vero e proprio giardino botanico ricco di piante e uccelli predatori: al centro un falco che cattura un airone, più in là una gazza afferrata da un barbagianni; l'artista è Camillo Capelli che lavorò anche a Pesaro nel Palazzo Imperiale:


Un tempo la Tribuna raccoglieva oltre cento sculture, fra busti, teste, statue e vasi, esposte nelle nicchie. Al centro della sala c'era un mobile che conservava la collezione di cammei, in parte donata al Museo Archeologico. A quel tempo la stanza era chiusa da tre pareti ricevendo, ora come allora, luce dall'alto e dall'alto scende la scultura che rappresenta "il ratto di Ganimede" con Giove in veste di aquila:





Segue la Camera Nuziale, che attualmente ospita "la nuda", affresco del Giorgione, con il consueto camino decorato con maioliche del 700 presente in più stanze.

uno dei camini
Molto particolare il soffitto della Sala da Pranzo, dipinto sempre da Camillo Capelli che, con il suo stile naturalistico, ha riportato fiori, ortaggi, pesci, cacciagione il tutto abbellito da festoni e fiocchi dorati in spicchi convergenti al centro dove, in un ovato, è rappresentato San Giovanni che battezza; l'ovato è ripreso sul pavimento a pastellone


Seguono la Cappella dove il patriarca Giovanni Grimani celebrava messa privata e la stanza dedicata ad Antonio Grimani, un tempo arricchita da numerose sculture. Ora vi sono esposti un busto in bronzo e un ritratto del Doge, le pareti sono decorate da marmi incastonati dalle forme geometriche, sono originali i pavimenti:

Sulla sinistra ingresso della cappella, sullo sfondo stanza del doge
Su sfondo rosso è rappresentata la vita di Apollo, tutto ciò nello studiolo a lui dedicato:


e, fra stucchi, divinità, grottesche, in una lunetta, come se fosse un arazzo fissato con laccetti e abbellito da decorazioni floreali, Francesco Salviati ha dipinto una veduta di Roma antica


Il secondo studiolo è dedicato alla ninfa Callisto la cui bellezza la porterà ad essere trasformata in orsa e quasi uccisa dal figlio cacciatore, Arcade, che non può certamente riconoscerla. La sua storia è rappresentata da Giovanni da Udine in cinque riquadri: quattro su ciascuna parete e uno sul soffitto.

Giove ama Callisto
 
 Callisto incinta viene scoperta da Giunone

Giunone maltratta la ninfa e la trsforma in orsa

Arcade sta per colpire l'orsa, ma Giove impietosito rivela la verità.











e, sul soffitto, madre e figlio trasformati rispettivamente nelle costellazioni dell'Orsa Maggiore e Minore.

soffitto
L'ultimo camerino è dedicato ad Amore e Psiche, fanciulla bellissima adorata come una dea


Ecco, queste le foto, solo due trovate in rete, questi i miei appunti che spero siano corretti.
Alla prossima!

martedì 8 marzo 2016

8 marzo

Voglio cominciare questo post con i seguenti versetti riportati sul Talmud ebraico; me li ha mandati mio fratello Antonio questa mattina. Mi ha commossa: il suo primo pensiero sono state le donne della sua famiglia:

"...state molto attenti a far piangere una donna,
che poi Dio conta le sue lacrime!
La donna è uscita dalla costola dell'uomo,
non dai piedi perché dovesse essere pestata,
né dalla testa per essere superiore,
ma dal fianco per essere uguale....
un po' più in basso del braccio per essere protetta
e dal lato del cuore per essere amata...."

Ecco, tutti gli uomini dovrebbero iniziare ogni giornata della loro vita riflettendo su queste parole che, al di là del senso simbolico religioso, invitano al rispetto, alla riconoscenza, all'amore.

La prima festa della donna fu celebrata in America nel 1909; si trattò di una manifestazione per il diritto di voto alle donne.
Ancora oggi si parla di diritti acquisiti o da consolidare o altri ancora da conquistare. Molta strada è stata fatta, ma non sempre la donna gode appieno e ovunque della stessa libertà ed emancipazione; troppo spesso vive nelle vessazioni, è vittima di violenze brutali fisiche e psicologiche.
C'è poco da festeggiare, molto da ricordare, molto da riflettere...
Non sopporto quelle donne che si riuniscono in locali al femminile assumendo comportamenti vuoti e terribilmente sciocchi.
Non sopporto quegli uomini che solo l'8 marzo ricordano di portare un fiore alla loro donna.
Sono felice perché Francesco di fiori me ne regala in quantità qualsiasi giorno dell'anno, poi magari brontola per le terrazze di casa diventate veri giardini pensili e non c'è più spazio per muoversi, ma.....è lui l'artefice di sì rigogliosa primavera che "brilla nell'aria e per li campi esulta"!

Inkscape-Anna Marina



giovedì 25 febbraio 2016

La scala del Bovolo

Prima che finisca febbraio...
Una passeggiata per Venezia, proprio come una turista: visita alla scala del Bovolo, scatti di foto, so e zo pai ponti, souvenir e gelato.
Giornata non splendida, ma calda, quel tepore che annuncia l'arrivo imminente della primavera....senza essere passati per l'inverno: giornate più lunghe, i primi boccioli nei giardini, gemme sui rami.

La scala del Bovolo ha riaperto il suo cancello e finalmente la si può tornare a visitare.
Elegante nei suoi diversi stili, gotico, rinascimentale, veneto-bizantino, risulta essere la più alta di Venezia.



Salendo su per gli scalini a chiocciola, si giunge al belvedere, sormontato da una tonda cupola. Gli scalini  sono inseriti nella colonna centrale, unico blocco, e fissati con una colata di piombo dall'alto, suppongo interna al pilastro portante.



A 28 metri di altezza si può ammirare un panorama fantastico: dai tetti di vetusti palazzi veneziani, alle sontuose cupole di San Marco con campanile, dal teatro La Fenice, alla superba Salute



Nelle giornate limpide, lo sguardo può spingersi fino alle catene montuose, in questi giorni, dalle cime imbiancate, ma ahimè, il cielo grigio non ci ha permesso di godere anche di questa chicca.



E poi, da lassù, risulta ancora più carino il cortile interno con le numerose vere da pozzo....




Dopo aver visto il tetto della Fenice perchè non ammirarne l'ingresso.....




e il vicino locale dove gli artisti andavano a cena dopo lo spettacolo?



Molto soddisfatta della gitarella, vi saluto!


mercoledì 10 febbraio 2016

10 febbraio: giorno del ricordo

Foiba  Marco Martinolli
Un filo d’acciaio
taglia l’anima
che grida pietà,
sul ciglio
della morte.
Foiba
parola
che sgretola la vita.
Foiba
parola che inchioda
alla croce,
senza respiro,
senza assoluzione.
Mani e piedi
legati dall’odio
e poi
giù,
nel buio
mentre la tua vita
sfracella
tra le pareti
nere di pietà.
Uomini,
donne,
padri,
madri,
violentati
dalla follia della morte,
dalla pazzia dell’ideologia.
Nella nebbia del tempo
quando
tra le dune
di pietra del Carso
domina la notte,
mi pare di sentire
le voci, i canti e i silenzi
di quegli uomini
che caddero
nel ventre buio della terra
rinascendo
per sempre
nella Luce.


10 febbraio, ancora un'altra giornata per non dimenticare la malvagità umana.
I primi massacri a cominciare dall'8 settembre del 43, poi dal 45 migliaia e migliaia di vittime inghiottite dal cuore della terra...