il mio pruno |
La
primavera Ugo
Betti (1892-1953)
Quando
il cielo ritorna sereno
come
l’occhio d’una bambina,
la
primavera si sveglia. E cammina
per
le mormoranti foreste,
sfiorando
appena
con
la sua veste
color
del sole
i
bei tappeti di borraccina.
Ogni
filo d’erba reca un diadema,
ogni
stilla trema.
Qualche
gemma sboccia
un
po’ timorosa
e
porge la boccuccia color di rosa
per
bere una goccia
di
rugiada…
Nei
casolari solitari
i
vecchi si fanno sulla soglia
e
guardano la terra
che
germoglia.
La
capinera prova una canzonetta
ricamata
di trilli
e
poi cinguetta
come
una scolaretta.
I
grilli
bisbigliano
maliziose parole
alle
margheritine
vestite
di
bianco. Spuntano le viole…
A
notte le raganelle
cantano
la serenata per le piccole stelle.
I
balconi si schiudono
perché
la notte è mite,
e
qualcuno si oblia
ad
ascoltare quello che voi dite
alle
piccole stelle,
o
raganelle
malate
di melanconia!
la mia fucsia |
Nessun commento:
Posta un commento