mercoledì 20 novembre 2013

Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Un pensiero a tutti i bambini!


Avevo studiato questa poesia da bambina, probabilmente solo la I parte, poi l'ho persa e ora magicamente ritrovata:

 I bimbi 
Come trovo dipinto il mio bambino
In fin di desinare, è uno sgomento!
Ha le patacche addosso a cento a cento
E la bocca color di stufatino;

Ha il nasetto, si sa, tinto di vino
E sulla fronte un po’ di condimento,
E uno spaghetto appiccicato al mento
Che gli spenzola giù sul grembialino.

E sfido, in tutto pesca e tutto tocca,
E si strofina la forchetta in faccia
E stenta un’ora per trovar la bocca;

E son tutti i miei strilli inefficaci:
Egli, vecchio volpone, apre le braccia.
Ed io gli netto il muso co’ miei baci.


                                                            II.

Maledetti ragazzi! È un gran destino
Dover troncar un inno od un bozzetto.
Per aggiustar le rote d’un carretto,
Per incollar la testa a un burattino;

E trovarmi ogni giorno, in sul mattino,
Un bastimento a vela in fondo al letto
O una villetta svizzera sul petto
O l’arca di Noè sotto il cuscino!

E sentir per le stanze e per le scale
Squillar trombette da mattina a sera
Come il dì del giudizio universale!

Ab! un giorno o l’altro li rimando a balia....
Eccoli qui quei musi da galera,
Non ce n’è due più belli in tutta Italia.


III.

M’invadono la stanza e fanno un duetto,
Un duetto, vi dico, che consola;
L’uno mi dà di frego a una parola,
L’altro mi fa un fantoccio sul sonetto;

Questo m’arruffa tutto nel cassetto.
Quello m’imbratta Vittor Hugo e Zola....
Anime perse! Andrete un giorno a scuola,
È un pezzo che l’invoco e che l’aspetto.

Pazzo che sono! Sarà un tristo giorno;
Come mi sembreran lunghe quell’ore!
Come mi sembrerà tardo il ritorno!

Non avrò più quei capi benedetti
Ogni momento stretti sul mio core!
Non avrò più fantocci sui sonetti!


IV.


Eccolo lì, la faccia proibita,
Eccolo lì nel bagno ignudo nato,
Un vero Apollo in piccolo formato,
Una candida rosa inumidita.

Ahimè! si spezzerebbe con le dita
Questo piccolo corpo idolatrato!
A che tenue e sottil filo ho legato
Il mio amor, la mia forza e la mia vita!

Ma un giorno egli sarà saldo e possente
Ed io, superbo, lascierò la canna
Quando usciremo insieme tra la gente.

Ridi e spruzzami, sì, povero putto,
Povero corpicino alto una spanna,
Povero nulla che per me sei tutto.
 De Amicis

Guardare un bimbo che si sta addormentando, mentre apre e chiude gli occhietti, come se volesse lottare contro il sonno, per godere ancora del caldo braccio di mamma, dà sensazioni di piena dolcezza e pace nel cuore:


  

 
Al mio bambino
Chi sa donde mai venga il sonno lieve
che sugli occhi discende d'un bambino?
Io lo so. Esso viene da un paeseincantato. 
C'è un bosco piend' ombra:
le lucciole vi brillan debolmente,
vi cresco i fiori colmi di malìa.
Di là quel sonno viene,
a baciar sugli occhietti il mio bambino.
Chi sa donde mai venga il dolce riso
sulle labbra d'un bimbo addormentato?
lo lo so. Baciò un tempo un raggio pallido
della giovane luna il bianco viso
di una nube d'autunno, ed un mattino
rugiadoso di sogno, ecco il sorriso.
Quel sorriso che viene
a fiorir sui labbruzzi al mio bambino.
Chi sa donde sbocciò tanta freschezza
che splende sulla guancia di un bambino?
Io lo so. Da quand'era giovanetta,
lo portava la mamma dentro il cuore,
tacito dono della sua purezza,
il mister delicato del suo amore.
Di là freschezza viene
ad ingigliar la guancia al mio bambino.
  
RabindranathTagore



Quante volte, noi genitori, abbiamo perso la pazienza!

Lettera al mio bambino

Ascolta, figlio: ti dico questo mentre stai dormen­do
con la manina sotto la guancia
e i capelli appiccicati alla fronte.
Mi sono introdotto nella tua camera da solo:
pochi minuti fa, quando mi sono se­duto a leggere
e un'ondata di rimorso mi si è abbattuta addosso.
Pieno di senso di colpa mi sono avvicinato al tuo letto.
Pensavo a tante cose:
ti ho messo in croce,
ti ho rimproverato mentre ti vestivi per andare a scuola
perché invece di lavarti ti eri solo passato un asciugamano sulla faccia;
perché non ti sei pulito bene e non sei stato capace di prepararti lo zaino.
Ti ho rimproverato aspramente quando hai buttato la roba sul pavimento.
A colazione, anche lì ti ho trovato in difetto: hai fatto cadere il latte.  

Hai spalmato troppo burro sul pane e,
quando hai comin­ciato a giocare e io sono uscito,
ti sei girato, hai fatto ciao ciao con la manina e hai gridato:
«Ciao, papino!» e io ho aggrottato le sopracciglia e ho risposto:
«Su diritto con la schiena!».
E tutto è ricominciato da capo nel tardo pome­riggio,
perché quando sono arrivato eri in ginocchio
sul pavimento a giocare piuttosto che a fare i compiti
e si vedevano le calze buca­te. Ti ho umiliato.
“Le calze costano, e se le dovessi comperare tu,
le tratteresti con più cura, poi,
pensi sempre a giocare invece di studiare, sei un asino!”

Ti ricordi più tardi, come sei entrato timidamente nel salotto
con uno sguardo che parlava dell'offesa subita?
Quando ho alzato gli occhi dal libro che avevo in mano,
impaziente per l'interruzione, tu sei rimasto esitante sulla porta.
"Che vuoi?", ti ho aggredito brusco.
Tu non mi hai detto niente, sei corso verso di me
e mi hai buttato le braccia al collo e mi hai baciato
e le tue braccine mi hanno stretto con l'affetto
che Dio ti ha messo nel cuore e che non appassisce mai.
Poi te ne sei andato sgambettando giù per le scale.
Be', figlio, è stato subito dopo che mi è scivolato di mano il libro
e mi ha preso un'angoscia terri­bile. Cosa mi sta succedendo?
Mi sto abituando a tro­vare colpe, a sgridare;
è questa la ricompensa per il fatto che sei un bambino, non un adulto?
Nient'altro per stanotte, figliolo.
Solo che son venuto qui vicino al tuo letto
e mi sono inginocchiato, pieno di vergo­gna.
E' una misera riparazione, lo so che non capiresti
queste cose se te le dicessi quando sei sveglio.
Ma domani sarò per te un vero papà.
Ti sarò compagno, starò male quando tu starai male
e riderò quando tu riderai, mi morderò la lingua
quando mi saliranno alle labbra parole impazienti.
Continuerò a ripeter­mi, come una formula di rito:
«E' ancora un bambi­no, un ragazzino!».
Ho proprio paura di averti sempre trattato come un uomo.
E invece come ti vedo adesso, figlio,
tutto appallottolato nel tuo lettino, mi fa capire che sei an­cora un bambino.
Forse ti ho chiesto troppo, troppo.
Bruno Ferrero 


I bambini imparano ciò che vivono
Se i bambini vivono con le critiche, imparano a condannare
Se i bambini vivono con l'ostilita', imparano a combattere
Se i bambini vivono con la paura, imparano a essere apprensivi
Se i bambini vivono con la pieta', imparano a commiserarsi
Se i bambini vivono con il ridicolo, imparano a essere timidi
Se i bambini vivono con la gelosia, imparano a provare invidia
Se i bambini vivono con la vergogna, imparano a sentirsi colpevoli
Se i bambini vivono con l'incoraggiamento, imparano a essere sicuri di se'
Se i bambini vivono con la tolleranza, imparano a essere pazienti
Se i bambini vivono con la lode, imparano ad apprezzare
Se i bambini vivono con l'accettazione, imparano ad amare
Se i bambini vivono con l'approvazione, imparano a piacersi
Se i bambini vivono con il riconoscimento, imparano che e' bene avere un obiettivo
Se i bambini vivono con la condivisione, imparano a essere generosi
Se i bambini vivono con l'onesta', imparano a essere sinceri
Se i bambini vivono con la correttezza, imparano cos'e' la giustizia
Se i bambini vivono con la gentilezza e la considerazione, imparano il rispetto
Se i bambini vivono con la sicurezza, imparano ad avere fiducia in se' stessi e nel prossimo
Se i bambini vivono con la benevolenza, imparano che il mondo e' un bel posto in cui vivere

Dorothy Law Nolte (dal libro i bambini imparano quello che vivono ed. Fabbri editori) 



 .... dieci anni dopo....




.....qualche anno fa....

 




7 commenti:

  1. ...e fra non molto aggiungerai qualche altra foto!

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  2. Non vedo l'ora di vedere le foto che verranno :)

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  3. @madre e figlia: e già, ma il tempo è lento!

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  4. Anch'io ricordo la prima poesia: bambino sporco, bambino felice...

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  5. che bel post! complimenti. Ti aspetto da me

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  6. Un bellissimo post Anna Marina, questo dedicato ai bimbi... e che belle tutte queste poesie, sono di una tenerezza infinita...
    Le foto sono fantastiche!
    Un abbraccio :-)

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  7. mamma non ti offendere.. ma questo non posso leggerlo, in questo periodo ho la commozione piuttosto facie... e lacrimo solo al pensiero che mi potrebbe commuovere... quindi rido da sola come una cretina :)

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