Accabadora, un romanzo che si legge tutto d'un fiato, un romanzo che non dà tregua, che non lasci finchè non l'hai terminato.
Bello, ben scritto, fedele alla Sardegna degli anni '50, pregno di usanze, sentimenti, insegnamenti.
Premio Campiello meritatissimo!
Ma, c'è un ma!
Ma perchè la letteratura sarda ci propone sempre romanzi tristi?
Da Grazia Deledda a Fois, da Tuveri a Niffoi, da Fresi a Soriga.....ogni racconto vela sempre uno stato di amerezza e un perenne grigiore che il sole caldo della Sardegna nè le gioiose tradizioni riescono a cancellere.
Accabadora è la storia di una vecchia sarta che adotta l'ultima nata, "fill'e anima", di una povera vedova. Il mistero che avvolge la figura dell'anziana, attira e spaventa la piccola Maria. Sarà l'adolescenza a farle scoprire l'amara verità e a spingerla ad abbandonare la sua terra per dimenticare il suo essere due volte "orfana".
Ma chi ci ha fatto del bene non può essere abbandonato....
L'ho letto e l'ho trovato terribile e bello: mi è piaciuto molto. Baci
RispondiEliminaL'ho letto anch'io tanto tempo fa e mi è piaciuto moltissimo! Bella anche la tua recensione! Baciotti
RispondiEliminaA me è piaciuto molto così come a tutte le altre persone a cui l'ho prestato.
RispondiEliminaUn abbraccione
Non l'ho ancora letto
RispondiEliminaPerché Accabadora?
Acabar in spagnolo e portoghese e accabbari in siciliano vogliono dire finire.
C'è un nesso con Accabadora?
Sì sì, c'è un nesso! leggilo!
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