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venerdì 9 marzo 2012
Una barca nel bosco
Ho letto diversi libri della Mastrocola, oggi propongo per la sua originalità "Una barca nel bosco" premio Campiello 2004.
Gaspare è figlio di un pescatore; poichè il suo paese non può offrirgli nulla, gli viene consigliato di trasferirsi a Torino per continuare gli studi, si dà il caso che sia molto bravo a scuola.
La prima riflessione che sorge spontanea riguarda il sacrificio affrontato dai genitori che si allontanano l'uno dall'altro per garantire al ragazzo un futuro migliore; bella è la figura della mamma che per affrontare le spese di una vita più costosa decide di vendere polpette da lei stessa preparate e fritte, cosa che imbarazza non poco il ragazzo in quanto comincia ad apprezzare l'agiatezza delle belle case dei suoi compagni; tenera la zia che, silenziosa, sa sempre come accontentare il nipote in quella perenne corsa nel raggiungimento di qualcosa che è subito fuori moda.
La vita nel liceo torinese, infatti, non risulta essere facile: Gaspare si scontra quotidianamente con una realtà a lui fino allora sconosciuta. Così la semplicità del paesino cozza contro l'emancipazione della città, l'ingenuità contro la malizia, il senza tempo contro la sfacciata modernità. Nella nuova scuola sono tutti uguali nel vestire, nel parlare, nell'atteggiarsi, e lui? Lui calza scarpe antiche, indossa felpe senza cappuccio, ma soprattutto non ha quella tanto desiderata cintura di pesce che lo farebbe simile a tutti gli altri, forse migliore.
Ecco una seconda riflessione: la debolezza giovanile, non sono nessuno se non seguo la corrente, appartengo ad un esercito, indosso la stessa divisa, altrimenti sono un "diverso", lo studioso, il fuorimoda non possono avere successo: questa è emarginazione, questo è essere barca in mezzo ad un bosco.
E Gaspare il bosco se l'è fatto veramente: in casa! Tutto è cominciato con un piccolo pioppo curato amorevolmente, fatto crescere per nascondere i tubi che corrono lungo le pareti, poi l'edera per nascondere la macchia sul muro e altre piante ancora avrebbero reso più accogliente e particolare quella casa così modesta. Ma gli alberi crescono....
Come sempre la Mastrocola usa un linguaggio semplice e molto discorsivo, come insegnante ben conosce i ragazzi e la loro psicologia, interessante è il gioco delle metafore che arricchiscono il racconto di buoni insegnamenti.
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Deve essere molto bello. Certo che non potremmo essere più lontane nella scelta dei libri: i miei sono tutti avventura, indagini, morti, feriti, sangue, analisi, terrore, incubi...anche se ogni tanto leggo dell'altro, quasi a disintossicarmi.
RispondiElimina@trillina: anche i tuoi film per me sono impossibili: non ci capisco niente!
RispondiEliminaEhmmmmm pensavo esattamente la stessa cosa: tale madre, tale figlia!
RispondiEliminaAuguri !
RispondiEliminaQui trovi un piccolo reportage fotografico della torta:
http://un-conventionalmom.blogspot.com/2012/03/la-pasta-di-zucchero-e-le-magiche-mani.html
Deve essere un bel libro. Di sicuro originale.
RispondiEliminaBuon lunedì!
Io vedo tutto, Marina.
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