martedì 14 settembre 2010

La lunga attesa dell'angelo


Ho letto "La lunga attesa dell'angelo" di Melania G. Mazzucco.
Splendido!
Giacomo Robusti, detto il Tintoretto, racconta la sua vita, come una preghiera, rivolgendosi, dunque, al Signore sul letto di morte.
Ogni pagina è una pennellata: la scrittrice sa ben dipingere con le parole così come il pittore con il pennello e, pagina dopo pagina, piano piano la Mazzucco va a ricostruire la vita del Tintoretto senza trascurare la bella città e il momento storico in cui si svolge la vicenda: siamo fra calli e campielli, campi, chiese e palazzi della Venezia di fine 500.
Il Tintoretto vive i suoi giorni dedicando tutto se stesso alla pittura e alla figlia maggiore avuta da una prostituta, donna che ha saputo amare il pittore con tutta se stessa, ricambiata da un puro sentimento che poi il Robusti riverserà totalmente sulla figlia Marietta.
Il legame che unisce padre e figlia, la Tintoretta, è l'espressione massima dell'amore, Marietta sarà la sua "Scintilla", la sua musa ispiratrice, la sua creatura, il suo alter ego. Tutto ciò in seno ad una famiglia numerosa, difficile da mantenere, dove i maschi, talvolta ribelli, imparano a dipingere mentre le femmine vengono chiuse in convento. Solo Marietta, cresciuta come un maschio finchè l'essere donna non abbia avuto il sopravvento, ha goduto della presenza del padre che ella stessa ha amato più di se stessa, più dell'uomo costretta a sposare.
Romanzo da leggere, magari tenendo sottomano un bel testo di storia dell'arte per meglio gustare le precise descrizioni di quelle famose tele.

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