domenica 30 maggio 2010

Enrichetta



...ora le storie le racconta lei!!!

Enrichetta, la più piccola...
Il mio ricordo più lontano va proprio a quel giorno quando tutti noi andammo all'ospedale a vederla, era così piccina, tenera, tutta infagottata in quel lettino vicino alla mamma: era nata l'ultima Cipolla! E questa Cipollina veniva regolarmente cambiata sul tavolo della cucina, ora dalla mamma e molto spesso da Jaja, veniva vestita e profumata con la lavanda, poi soprattutto mamma le arricciava i capelli per farle la banana...ecco pronta per la passeggiata in carrozzella, compito che alla sorella maggiore portava molta gioia, in quanto era un ottimo sistema per andarsene oltre il quartiere.
E il mio compito qual era? Ve lo dico subito: quando Enrichetta cominciò a capire il linguaggio parlato non più limitato al "ghe ga ct popo petè..." la sottoscritta si ritrovò schiavizzata a raccontare storie a non finire e una sola parola veniva ripetuta dalla tenera piccina in modo chiaro “ancoa” e "ancoa" doveva essere!
Ma la Cipollina cresceva e con lei la sete della conoscenza, fu così che Cappuccetto Rosso o I tre Porcellini furono sostituiti da Cenerentola, Biancaneve, Pollicino…tutte fiabe ben arricchite da descrizioni, suspance, colpi di scena che tenevano la piccola ascoltatrice bloccata su una sedia per un bel po'. La mia vita, a quel punto, cominciava a complicarsi, il tempo passa per tutti e tutti crescono e crescendo molti diventano furbi, tutti…anche e soprattutto Enrichetta! Ormai aveva tre anni e una bella sera pensò che non fosse assolutamente giusto dormire nel lettino tutta sola mentre mamma e papà si rilassavano davanti al programma televisivo, Bebe e Antonio dormivano tranquilli nella loro cameretta, Jaja e io nella nostra. Così provò a lamentarsi senza sortire nessun effetto, il lamento si fece più intenso, si trasformò in pianto…ok…la strada scelta era quella giusta: la mamma andò a prenderla e…me la schiaffò (no no termine troppo pesante) l’adagiò dolcemente fra le mie braccia:
- Raccontale una storia, che si calma- mi consigliò.
-Una storia? Noooooooo: ho sonno!
Confidando nel suo sonno cominciai con una fiaba breve breve, ma arrivata al classico “…e vissero felici e con…” fui interrotta con un “No, questa è brutta, voglio un’altra!” Tiranna la piccina, ma non ha mai sonno? Ebbene sì, la furbizia era entrata in lei alla bellissima età di tre anni e io sera dopo sera mi ritrovavo costretta a raccontare storie a non finire sempre arricchite da splendide fate, principi azzurri, cavalli bianchi, lunghe trecce, sassetti e case di zucchero....Ma la sua tecnica era infallibile: “No, questa è brutta, voglio un’altra!”. Poi la furbizia si impossessò anche di me (sempre un po’ lenta la bambina!). Capii che le storie le raccontavo troppo bene, così facendo il sonno non poteva scendere, Morfeo non riusciva a chiamarla a sé, e allora bisognava escogitare il piano N. Enne come nenia, enne come noia, come NANNA!!!! Così cominciai a raccontare le storie al rallentatore, con voce piana, lenta, senza entusiasmo né colore, trascinando l’ultima vocale d’ogni parola all’infinito. Enrichetta si lamentava di tutto ciò, ma io sorda, continuavo con quel principeeeeeeeeeee azzurroooooooooooo cheeeeeee baciavaaaaaaaaaaaa Biancaaaaaaaaaaaaaaaaaaa neveeeeeeeeeeeeeeeeeee mentreeeeeee iiii nanettiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii piangevanooooooooooooooooooo disperatiiiiiiiiiiiiiiiiiii. Non contenta passavo poi a “c’era una volta un re, seduto sul sofà - ecco così si raccontano le storie! (ma il sonno incalzava!)- chiamò la sua serva per raccontargli una storia e la storia incomincia( Morfeo la chiamava!): c’era una volta un re, seduto sul sofà chiamò la sua serva per raccontargli una storia e la storia incomincia:(Piano N!)c’eraaaa unaaaaa voltaaaaa un reeeeee, sedutoooooo sul sofàààààà ….. e lei s’addormentava!
Cattiva? No: questione di sopravvivenza!!!

7 commenti:

  1. Ah ah ah povera te! Che belli questi racconti...

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  2. Il pomeriggio è stato proficuo:bellissimi questi tuoi ricordi! baci

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  3. ... e poi sono arrivata io e chiedevo ancoa, ancoa un'altra storia!

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  4. Eeeeeh, cara Vale, ero più grandicella e la mia pazienza cominciava a diventere quella che è ora: illimitata!
    Con i miei alunni ho trovato un'altra soluzione: gliele faccio inventare!
    A pensarci bene, però, questo è vero e proprio masochismo: poi devo correggerle....

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  5. prima alla sorellina poi alla nipotina ... era tutto un allenamento per raccontarle ai figli!


    e ora a tutti i lettori del web ;p

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