martedì 24 novembre 2009

Bisogna crescere!

Non so se sono stata proprio una brava bambina..."sì mamma, va bene mamma , obbedisco mamma"...so di certo che, quando frequentavo la scuola elementare, soffrivo di terribili mal di pancia con conseguenti vomito e diarrea. La mamma, probabilmente per questo motivo, non mi vedeva mai crescere e, giustamente, mi proteggeva dal freddo, causa della mia debolezza di intestino, con....dei caldissimi mutandoni di lana color carne. Non li volevo! E lei NO, mi costringeva a metterli. -Ma tutti mi prendono in giro!- provavo a lamentarmi - Macchè in giro e in quadrato, nessuno te li vede!!!- Ecco qua, ci provavo a ribbellarmi, ma poi mi arrendevo e continuavo ad indossare quell'orribile indumento intimo che la sera nascondevo sotto i vestiti per quanto me ne vergognassi. Ma la diarrea non mi dava tregua e la mamma si preoccupava perchè continuavo a non crescere:-Devi bere il latte che ti fa bene e cresci! (certamente non immaginava quanto sarei cresciuta poi!). Et voilà: queste fumanti tazze di latte bollente ben aromatizzato con ECCO, caffè per bambini, si diceva allora, messe lì, sul tavolo, mattino dopo mattino per essere bevute. Non lo sopportavo....ma...dovevo crescre e allora perchè non spezzettarci il pane per fare zuppa? NOOOOO era immangiabile, e sbuffavo, piangevo, ma dovevo crescere. Poi, con la pancia ben piena di quella poltiglia, me ne andavo a scuola dove riprendevano i soliti disturbi: vomito e diarrea.
Ma che fosse il latte?
Forse i mutandoni non mi difendevano da quell'alimento terrificante!
Fu così che decisi di crescere: I media, il latte non lo avrei bevuto più, FINE DELLA DIARREA.
Rimanevano però i mutandoni belli, caldi, dal colore discreto, a costine dritto e rovescio, con cavallo rinforzato, perchè dovevo continuare a metterli? E no, non ditemi che tanto non si vedevano: come la mettiamo con la lezione di ginnastica? Le mie compagne indossavano mutandine dal delicato colore rosa, giallo, azzurro e bianco con pizzo e merletto e io? I MUTANDONI! Come nasconderli? Come lasciarli sotto i pantaloni della tuta, veri cappottoni a due gambe? Basta, bisognava prendere una decisione: i mutandoni sarebbero rimasti per sempre a casa.
E la mia crescita continuava.
Sorgeva ora un altro terribile problema. Qualcuno forse ricorda le calze prese con i punti dei formaggini. Bene, io le possedevo, le mie prime calze: bianche con una fila di "Susanna tutta panna" con tanto di pancino di fuori, pitumpitumpa, dalla caviglia alla coscia. Carine!? ma con un difetto: stavano su solo con gli elastici e i miei elastici erano sempre di due diametri differenti per cui una calza lemme lemme se ne scivolava e dovevo camminare tenendo, con una certa nonchalance, quel maledetto elastico che, altrimenti se ne sarebbe sceso fino alle caviglie. TERRIBILE. Bisognava decisamente crescere ancora e rifiutare quelle orribili calze cascanti da sostituire con i collants, che tutte le mie compagne già conoscevano (loro sono cresciute molto prima di me).
Gli elastici a casa mia creavano sempre non pochi problemi: erano spesso slabbratti o rotti. Le mie meravigliose mutandine bianche a costine (alla mamma piacevano le costine) e ascellari avevano l'elastico che, come detto, spesso cedeva. Un problema non da poco quando succedeva tornando a casa da scuola o da messa. Non avevo altra scelta che stringere le ginocchia e fare tutto il percorso a passetti piccoli e veloci per non perdere le mutande per strada (che le cinesi abbiano ancora questo problema?). Dopo vari incidenti di questo genere decisi di ribbellarmi anche alle pericolosissime mutande ascellari e optai per quelle più carine e comode che già da tempo indossavano le mie compagne. Com' era difficile crescere!

P.S. Per pensare alle mie ribbellioni ho bruciato tutto lo spezzatino, secondo me devo continuare a crescere: NON VOGLIO CUCINARE PIU', CHE VENGA ASSUNTA UNA CUOCA!
Ma questa sera che si mangia?

10 commenti:

  1. Bhe! una bella tazza di latte! La tua infanzia è stata un inferno se ci aggiungi una sorella maggiore che voleva leggere e tu volevi dormire e un fratello maggiore che ti rirava dietro i vocabolari! Povera bambina! ciao

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  2. non c'è niente da fare le storie della zia Marina sono le migliori!Potrei stare ore ad ascoltarti!ehmmm... leggerti.

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  3. veramente era un'enciclopedia (un volume solo, però).
    se solo minimamente avessi immaginato le tue sofferenze, sigh…, non ti avrei mai trattato così male, sigh… mi pento e mi dolgo, sigh

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  4. Per Alby: per me era un vocabolario che ho parato con la scopa! Comunque, sono inezie, fatto sta che dovevo anche indossare i tuoi pigiami smessi, quelli, tanto per intenderci, da carcerato, in flanella a righe. A te erano diventati piccoli perchè eri "cresciuto" (si fa per dire!)e io non li sopportavo.
    Pentiti, pentiti, anzi : pentitevi, pentitevi!!!

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  5. Ho riso un sacco leggendo questo post: grazie! Secondo me hai un talento e dovresti scrivere di più! Bacini

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  6. una sola parola come commento:

    POMODORI

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  7. sei proprio figlia della nonna

    ...pomodori...

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  8. ...anche se tardivamente devo aggiungere che il fratello maggiore, almeno una volta, non abendo a portata di mano oggetti culturalmente contundenti da scagliare contro povera sorella, se la prendeva con l'astuccio di scuola di povero fratello minore, trovatosi inopinatamente al centro della disputa, strappando tutti gli elastici portapenne con gesto elasticida.
    Che la nostra famiglia abbia effettivamente un problema con gli elastici?
    PS i mutandoni di lana li ho portati anch'io e anch'io ho subito l'onta di dovermi spogliare negli spogliatoi maschili prima di fare ginnastica. Posso solo consolarmi pensando che nessuno dei miei compagni indossava delicate mutandine rosa, ma virili slip con ricchi medaglieri davanti e strepitose frenate dietro...

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  9. non me lo ricordo proprio (degli elastici)

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  10. Oh fantasma, stesso destino al maschile? Dai vieni sempre a trovarmi, mi fa bene ricordare e quando non ricordo io, ricordano gli altri e mi fate tanta compagnia!

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