voci dalla Palestina occupata
BoccheScucite
quindicinale di controinformazione
numero 55 - 15 aprile 2008
Ad ogni piazza una protesta, per ogni città un'indignazione generale, in ogni paese la riprovazione e la presa di distanza ufficiale di autorità, istituzioni e masse. La fiaccola olimpica sembra proprio che fatichi a restare accesa di fronte al mondo, unito nel sostenere la sacrosanta aspirazione del Tibet alla libertà e all'indipendenza.
Quello che le prime pagine ci offrono in queste settimane potrebbe rappresentare un’encomiabile scelta dei media, finalmente impegnati nella difesa della giustizia, se non fosse per una fin troppo evidente ipocrisia:
“Giù le mani dal Tibet è il coro che il mondo sta lanciando. Ma nessun coro si leva per la Cecenia, come nessuno dice giù le mani dalla terra dei baschi e tanto meno dalla Palestina.” L'osservazione è di Ury Avnery, che in un articolo apparso il 5 aprile, commenta così l’interesse e la partecipazione che i media e il mondo intero stanno riversando sul Tibet. “I media scagliano fulmini e saette sul Tibet. Con migliaia di editoriali e talk-show, lanciano maledizioni e invettive sulla diabolica Cina. Sembra che i tibetani siano l'unico popolo al mondo il cui diritto all'indipendenza è brutalmente negato con la forza, e che se il solo Beijng togliesse le sue mani sudice di sangue dai monaci, ogni cosa sarebbe a posto e sarebbe il miglior mondo possibile. Non c'è dubbio che i tibetani abbiano il diritto di possedere il loro paese, di difendere la loro cultura, di promuovere le loro istituzioni religiose impedendo a colonizzatori stranieri di sommergerli. Ma forse i kurdi in Turchia, Iraq, Iran e Siria non hanno gli stessi diritti? E gli abitanti del Sahara occidentale i cui territori sono occupati dal Marocco? E i baschi in Spagna? E i corsi della costa della Francia? E la lista è lunga...
-il popolo che li opprime reclama per se stesso la corona di vittima.
-Il mondo intero simpatizza con Israele perchè gli ebrei sono stati le vittime del più orribile crimine dell'occidente.
-Ciò ha creato una strana circostanza: l'oppressore è più popolare della vittima
-Chiunque sostiene i palestinesi è automaticamente accusato di antisemitismo e negazione dell'olocausto.
-La grande maggioranza dei palestinesi è musulmana (a nessuno interessano i palestinesi cristiani).
-Da quando l'Islam è diventato la paura dell'occidente, la lotta dei palestinesi è diventata automaticamente una parte della minaccia del terrorismo internazionale.
-Dopo la morte di Arafat e dello sceicco Yassin, i palestinesi non hanno particolari leader, né in Fatah né in Hamas”.
Ebbene sì. Anche noi che abbiamo la pretesa delle bocche-scucite, non ci avevamo pensato. Ci veniva da dire ‘ed ora occupiamoci del Tibet’… e facciamo silenzio per un po’ sui profughi palestinesi e sulle ingiustizie subite da sessant’anni da tutto il loro popolo. E se le immagini colorate mescolate di sangue e tonache arancioni, se perfino all’ora di religione delle elementari i monaci tibetani vengono incollati sui quaderni dei bimbi in questi mesi, allora toccava loro. Un po’ di ribalta mediatica per tutti.
Appunto. Per tutti!
Avnery ha fatto capire a noi di Bocchescucite che invece, in questo caso, ma solo in questo caso, vogliamo e dobbiamo dire forte “ma anche…”-
Non c'entra assolutamente nulla, ma dovevo comunicarti una cosa e non sapevo come (detesto il telefono). Gli ultimi due post che ho scritto sono anche per te!
RispondiEliminaBacioni
difendiamo le minoranze!
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