Il mugnaio urlante

Il mugnaio urlante di Arto Paasilinna si legge tutto d'un fiato. Capitoli brevi, stile scorrevole, ma soprattutto una gran bella storia ricca di molti spunti su cui riflettere: la solitudine, la diversità, l'amore, la follia, vera o presunta, l'arroganza, la diffidenza, l'indifferenza, la cattiveria...e altro ancora.
Il protagonista è Gunnar Huttunen, un omone che, con tanta buona volontà, sistema un mulino da anni abbandonato nelle vicinanze di una foresta Lappone. Nessuno può credere che il nuovo mugnaio possa riuscire in una impresa simile, ma Gunnar è insuperabile in pazienza e abilità. Il mulino viene messo a nuovo e Gunnar, aiutato dalla bella consulente orticola, riesce anche a creare un utile orticello. Gunnar sa essere allegro e divertente soprattutto con i giovani:  le sue imitazioni non solo di animali, ma anche dei personaggi più in vista del paese sono esilaranti, sì, ma creano non pochi fastidi. Quando la sera rimane solo  o quando subisce un torto, Gunnar è triste e dà sfogo alle sue tensioni urlando. Si tratta di un urlo tormentato, lungo e doloroso, è il grido dei lupi nelle foreste. Proprio questo ululato insieme e al suo stile originale di vita, induce i paesani a considerarlo un folle pericoloso.  Purtroppo la cattiveria fa da padrona. Gunnar, spirito libero, Gunnar che sa amare con tenerezza, Gunnar che si impegna al massimo per migliorarsi, Gunnar amante della natura finisce imprigionato dietro le sbarre di un manicomio. Ma sono veramente pazzi i suoi compagni di camera? Qual è la normalità?

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