giovedì 22 dicembre 2011

Una bella poesia trovata solo oggi, ma penso ne valga la pena proporla.

Novembre

Spio il panorama
nascosto dietro il mio riflesso.

Si rincorrono gli alberi spogli delle siepi murarie;
rallentano poi i casolari
per essere ammirati dal treno di passaggio

S'alternano ampi campi assopiti e fabbriche grigie
e strade e tralicci
e paesi e siepi
e campi e strade e città e campi ancora.

Un po' d'acqua.
Lento vischioso avanza
portando con sè sassi di chissà dove.

[E terra e alberi e paesi
e casolari e fabbriche e strade
e campi ancora]

Un pallido sole oggi ha deciso di iniziare le prove per l'estate,
ma novanta soli e novanta piogge almeno
serviranno perchè questa ritorni.

[Campi assopiti sotto la galaverna]

A Bologna o Chissaddove l'inverno ha fatto la sua entrata
nel desolato palcoscenico umano.

Plausi e fiori per la meravigliosa interpretazione, soprattutto per il Freddo, attore protagonista; degna di nota anche la Neve, molto più che mera comparsa, ha lasciato un segno che pare quasi indelebile sotto il Pallido Sole; questi invece, ormai chiaramente stanco, cerca una replica fuori stagione, regalandoci solo nostalgica malinconia.

Il mio occhio si allunga cercando un punto di fuga per trovare nuove prospettive.
[Guarda lontano per non vedere sè]

Osservo il paesaggio cercando le geometrie del tuo volto,
ti cerco tra tanti a Bologna Centrale
e la notte nuovamente a Firenze.

Se solo un giorno ci incontassimo in treno,
per caso.
Ed ecco l'immagine di te seduto qualche sedile più in là:
[i volti feriti dal tempo e gli occhi stanchi]
nel Novembre della nostra esistenza.

[Sfogliando una vecchia agenda ti ho ritrovato. E mi è piaciuto]

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