Il motto di papà era "Il no è pace, il sì è guerra" e così più o meno (più più che meno) ci diceva sempre no, ad ogni nostra richiesta: NO!
Ma...ma...l'8 dicembre il SI' arrivava. SI', bello, facile da pronunciare, SI', veloce da dire, SI', chiaro da capire, ma soprattutto da carpire e poi scappare prima di ogni possibile ripensamento.
SI'! potete andare in gita con la parrocchia. SI'!
Siiiiiiiiì!
Ogni anno, per tutto il tempo della mia adolescenza, ogni 8 dicembre me ne andavo in gita sulla neve con Bebe e tutti gli amici del gruppo.
Si partiva al mattino presto. C'era ancora buio e silenzio, la via rimbombava solo dei nostri passi. Ogni tanto si udiva qualche voce di altri ragazzi che, come noi, raggiungevano il piazzale della chiesa dove ci aspettava la corriera blu.
Allora non c'erano le tute firmate dei giorni d'oggi super costose, calde, impermeabili, antigelo, antiscivolo, antinonsocosa, allora c'erano i miei bei pantaloni neri con la fascetta sotto il piede, maglione di lana, con i ricami, fatto dalla mamma, berrettone, sciarpa e una enorme giacca a vento che quasi impediva i movimenti, ma quanto mi piaceva indossarla e sentire quello strofinio del braccio sul fianco a ritmo cadenzato con il passo di scarponi ereditati da chissà chi.
In corriera c'eravamo sempre tutti: Paola, Cesare, Francesco, Franca, Ciccio, Manuela, Toni, Alice, Mino, Anna....Bebe, io. Che risate, ragazzi, che canti, che barzellette...si arrivava già stanchi di divertimento.
Giunti alla meta qualcuno spariva, chi sapeva sciare si eclissava, tutti gli altri stavamo in gruppo: noleggio di slittino e...via su e giù per la discesa fino alla rete che ci proteggeva dalla strada.
Da qualche parte dovrei avere ancora la foto del fratello un po' "frastornato" che, indossati gli sci si era fatto fotografare alla "AlbertoTombavelocecomeilvento"....peccato che, per lo scatto, abbia sbagliato direzione: sci a monte, fondoschiena a valle, era decisamente in salita!!!
Al rientro ci si fermava sempre in un locale per la classica cioccolata calda e poi si finiva per mettere musica al jukebox (il corsivo è frutto di un copia incolla) e saltare e ballare e ancora divertirci a tempo di musica.
Poi, arrivati a casa, la domanda "Non potevate tornare prima?" era di norma, faceva parte del pacchetto "prendere o lasciare", ma ormai nulla aveva più importanza: ci eravamo decisamente divertiti, io forse più degli altri perchè i tanti no, forse troppi, mi facevano assaporare momento dopo momento quel meraviglioso SI'!
A me piace tanto questo canto:
Maria, tu che hai atteso nel
silenzio
La
sua parola per noi…
Aiutaci
ad accogliere il Figlio tuo,
che ora vive in noi.
Maria, tu che sei stata così docile,
davanti
al tuo Signor…
Maria,
tu che hai portato dolcemente,
l’immenso
dono d’amor…
Maria,
tu che umilmente hai sofferto
del
suo ingiusto dolor…
Maria,
tu che ora vivi nella gloria,
assieme
al tuo Signor…
Il sì di papà non si estendeva anche a me o, forse, io ero già impegnata in altra attività.... Baci
RispondiEliminaUN tempo si era felici con poco.
RispondiEliminaUn abbraccione
Che bei ricordi e che bella preghiera...
RispondiEliminaBaci
che bel post e che bei ricordi quelli della giovinezza...ti abbraccio
RispondiEliminaChe bei ricordi le gite in montagna con la corriera... sono solo un poco più giovane, i miei pantaloni erano quelli rossi o bluette, li avevamo tutti e non perché fossero di moda, ma perché c'erano solo quelli!
RispondiEliminap.s. invece di andare in montagna col SUV di papà, farebbe bene anche ai giovani d'oggi andarci in corriera con gli amici.