MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
E.Montale
Mi piaceva fare colazione in quell'angolino con pane e uva e intanto guardavo le formiche, in fila, al lavoro, poggiando le spalle al muro dove papà aveva messo i cocci di bottiglia...
Già quanti ricordi in quel giardino... Anche io ogni volta che leggo questa poesia penso a quel giardino e a quel muro!
RispondiEliminaNon conoscevo questa poesia bellissima, grazie MammaMarina e buona e meritata estate.
RispondiElimina...quanti libri ci ho letto! Spero di tornarci presto. Buona estate anche a te. A presto
RispondiEliminaposso passare ore (e ho passato ore) a guardare le formiche a Custonaci
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